Stagione strana l'autunno. Mi affascina per i colori violenti della natura, colori che conoscevo bene quando girovagavo a cavallo nei boschi, e mi intristisce, perchè le giornate si accorciano, diventano umide e fredde. Insomma è preludio all'inverno, a un freddo e gelido inverno, cui vorrei sfuggire, magari emigrando in paesi più caldi, ma ora non posso e mi accontento di regredire riempiendo la dispensa.
Mi giunge inaspettata la telefonata del Batacchio, il mio editore: "Perchè non vieni a Trieste questo w-e? Ti ospito io, ti faccio visitare la Val Rosandra e poi andiamo a troione al di la del confine..."
Trieste... la memoria corre a ricordi lontani. L'ultima volta che andai a Trieste era il 1966. Ero un bimbetto di 6 anni in gita scolastica con la classe 5 elementare di mia madre allora insegnante... Ricordi vaghi, confusi. Le alunne mi coccolavano... il castello di Miramare... una bora terribile che non riuscivo neppure a respirare e mia madre teneva la sua mano davanti alla mia faccia per aiutarmi. E il Sacrario di Redipuglia, la lunga ricerca per trovare il bisnonno Cavalluzzo, un cafone partito dalla Lucania per morire sui monti del Carso, ucciso dall'iprite e dalla mitraglia per difendere un'Italia che di utile gli aveva portato solo le imposte e la leva obbligatoria. E quell'immensa distesa di lapidi entrò a far parte del giardino di orrori dell'infanzia, contribuendo però a creare un notevole interesse, mai sopito, verso le guerre.
L'invito del Batacchio mi lasciò un po' di apprensione. Non sapevo se volesse realmente premiarmi, o magari infoibarmi in Val Rosandra, perchè aveva trovato uno scrittore più valente ed economico per il sito
Alla fine decisi che dovevo rischiare. E così riempite le tasche di talleri sloveni, profilattici profumati e pilloline blu, inforcai Teresa, il mio TDM blu e - prua verso est - partii.
Un viaggio duro... un sardostrada trafficata... banchi di nebbia che ti penetra nelle ossa... e allora ti spiani sul serbatoio e apri il gas sperando di arrivare presto, incurante dei vortici ingenerati sul casco dagli altri veicoli che ti precedono, finchè ti rincoglionisci al punto che il cricri che senti in testa credi sia dovuto ai grilli che cantano e non al mononeurone, corroso dalla salsedine, che ti sbatte nel casco... già la salsedine, perchè quando senti odore di salsedine, significa che sei arrivato a Trieste, al puntello col Batacchio...
Ti fermi al distributore e senti dei signori che parlano tale e quale il Batacchio. "No è male" dice uno... capisco che sono arrivato nella Batacchio's Valley.
![]() La Batacchio's Valley
Infatti poco dopo arriva il Batacchio a prelevarmi. Mentre lo abbraccio ha un gemito di dolore... "AHI! Non stringere che ho 3 costole incrinate!!!" Guardo meglio e ha pure un occhio nero e il labbro gonfio. Una persona oggi mi ha definito pragmatico... non so bene che significhi, ma credo che come faceva il bisnonno cafone Cavalluzzo significhi chinare la testa e continuare a sopravvivere in attesa di tempi migliori... Quindi accettai il tutto.
Scherzi a parte la famiglia Batacchio è costituita da 4 persone squisite, tra cui 2 bambine adorabili (specie quando dormono immagino) con cui la serata di venerdi è piacevolmente volata degustando prelibatezze culinarie e beverarie. Un po' inquietante il segnale orario dato ogni quarto d'ora dall'orologio del pc che parla come l'editore... ma si sa che nessuno è perfetto Il mattino dopo alle 9 si parte per la Slovenia accompagnati dal buon Migio l'artigliere.
Uno pensa che i ragazzi di IHMS siano persone normali, ma devo dire che l'eccezionalità è l'unica norma di IHMS. Pure a Muggia abbiamo incontrato il buon Magella in incognito con il suo nuovo Silver wing.
![]() Magella's Scooter Magella è scappato per non dover svelare i segreti celati sotto il SW per cui dovete accontentarvi degli esterni.
La gita inizia sotto auspici poco favorevoli... un nebbione continuo che mi costringe a pulire in continuazione la visiera mentre Migio che ha un parabrezzone mi dice: "Ah ma non stavi salutando tutti?"
![]() Sopra il mare di nuvole
Bella la Slovenia, ancora molto rurale, ricca di mucche e cavalli e coi trattori che girano per le strade.
![]() I cinque cinghiali e l'Editore con abile mossa interpreta l'orso davanti alla gentile trattoressa per far capire cosa vogliamo mangiare. Io e Migio siamo rusciti appena in tempo a disarmare l'oste inferocito che con la doppietta caricata a pallettoni stava per forare la giacca in goretex del Batacchio e a spiegargli in inglese che l'Editore non aveva cattive intenzioni, e lui dopo aver capito che il rigonfiamento dei Batacchio's pants è una costante e non una profferta sessuale estemporanea, mette a tracolla la doppietta e dopo un ultimo sguardo invidioso, evitato l'incidente internazionale, va a prendere l'orso.
Buono l'orso, anche se mi fa un po' senso mangiare degli animali... dopo aver visto certi trofei ho deciso di diventare vegetariano
![]() ![]() ![]() E terminato il pranzo, preceduto da una gita in moto nei boschi del monte Nevoso ![]() I boschi coperto di notevoli foreste, ripartiamo per strade belle e sinuose, prive di traffico e di polizia per decinaia e decinaia di km. Ma il tempo è tiranno e dopo aver visto Lipiza
![]() Lipiza
e da lontano i suoi favolosi cavalli e aver fatto benzina con molte migliaia di talleri (oggi fa sorridere maneggiare banconote da molte migliaia di pezzi, ma solo qualche anno fa eravamo così pure noi...) riprendo un po' triste la strada di casa, non senza essere fermato dalla poliziotta di confine, con una promessa: "Tornerò e mi fermerò qualche mese dal Batacchio (che poi tra l'altro non mi ha infoibato) e qualche mese da Migio, tanto per non far torto a nessuno. E la prossima volta leghiamo Lady Batacchio e andiamo pure a Troione dove dicono si mangi un ottimo krapfen...
P.S.: un grazie alla Batacchio's family per l'ottimo w-e Schiapp
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