Lo schema dell'evoluzione secondo l'homo Batachiensis
All'inizio era il nulla... poi Sua Entità prese dell'olio esausto, gli soffiò l'anelito di vita e creò l'homo Daddopiensis...
La vita alla sua epoca era dura, ma lui era furrrrrbbbo e, mentre le donne del suo clan coltivavano il mais e masticavano pelli messe a macero nell'urina, lui, da perfetto perdigiorno, girava per i sentieri con in testa un casco fatto di pelli di cervo, nelle mani un bastone lungo 80 cm. facendo brum brum con le labbra...
Quando le donne del klan gli chiedevano perchè facesse questo, lui si toglieva il casco in pelli di cervo, si grattava la testa e bofonchiava: "Nin zo... ma un giorno lo scoprirò... e il mio nome resterà scolpito negli annali della mobilità..."
Passavano gli anni e, nonostante copulasse con molte femmine del klan, il Daddopiensis si sentiva solo...
Allora Sua Entità, mentre il Daddopiensis dormiva gli rubò una costola, cercò di clonare il mononeurone che gli navigava vergine nella scatola cranica, ma vide che ciò era perfettamente inutile e creò la sua controparte:
l'uomo di Starflexian...
Sua Entità vide che ciò che aveva fatto era una gran cazzata, ma oramai era tardi, due ore dopo aveva la lezione di ballo sudamericano e perciò decise di riposarsi, pensando che l'evoluzione avrebbe aggiustato i suoi errori, ma...
Il Daddopiensis e lo Starflexian progredivano in stoltezza e brutaggine, tanto rapidamente, che neppure le donne del klan riuscivano a capacitarsene.
Lo Starflexian aveva intuito che le cosce pelose del Daddopiensis lo rallentavano nella marcia... infatti i peli si incastravano nei rami spinosi del sottobosco, rallentando la velocità del Daddopiensis e allora progettò una carena in ossidiana... Pesava oltre 270 kg e la battezzò (senza sapere perchè) hamburgman650 e, grazie a quella, nei boschi del klan non risuonarono più i bramiti di dolore del Daddopiensis ogni qualvolta egli si imbatteva in spine, ortiche e altri ammenicoli simili...
Ma la vera svolta avvenne in seguito, quando i loro discendenti inventarono il pistone...
Fu merito di un bisbisbisnipote del Daddopiensis, un certo homo Rosander, l'invenzione del pistone... il primo pistone di 750 cc era forgiato in legno di betulla e il bisbisbisnipote del Daddopiensis girava per i boschi tenendoselo legato all'arnesino che teneva tra le gambe... col tempo l'arnesino grazie alla trazione e alla forza di gravità divenne un arnesone e le donne del klan lo ribattezzarono homo Batachiensis e pare fosse divenuto un mito, invidiato da tutti e desiderato da tutte, nel klan suo e in quelli limitrofi...
La ruota fu un'altra pietra miliare nello sviluppo di IHMS e IHM... inizialmente le ruote erano quadrate, col lato di 12 pollici e in legno d'acero ed effettivamente era molto faticoso farle rotolare per gli impervi sentieri; un bel giorno l'homo Pensopositivens, stanco per i capitali che spendeva in deodoranti ascellari, vide l'homo Gillus rotolare con estrema facilità giù per un pendio e capì che forgiare una ruota ad immagine della circonferenza dell'homo Gillus, lo avrebbe agevolato di molto nella consegna dei menhir e creò la ruota rotonda col diametro di 17 pollici...
E così si gettarono le basi per creare lo scooter a ruota alta e la moto...
Il vero anello di congiunzione tra scooter e moto fu il mitico Marraniensis...
Da giovane era stato molto avventuroso; dopo aver fatto il militare a Pinerolo era partito verso sud scoprendo il continente africano...
Divenuto un sapiens di età avanzata e piuttosto artritico, soffriva per i continui scossoni che la ruota in legno da 17 pollici priva di ammortizzatori gli trasmetteva...
Allora inventò la ruota da 21 pollici, un ammortizzatore in tendine di mammuth che isolasse la sella dalle ruote; per evitare che mentre girava per sentieri gli altri cacciatori del klan lo scambiassero per una preda, dipinse il mezzo di un arancione vivacissimo con una scritta sulle fiancate del serbatoio in legno di quercia: "KTMSMTUAFSDUCTC!!!" che significa "Kazzo Ti Mordo se mi tiri un'altra freccia stordito di un cacciatore troglodita cecato!!!"
Ma siccome per farci stare tutte quelle lettere ci voleva un serbatoio da 200 litri e il Marraniensis (per praticare il fuorisentiero) ne voleva uno da soli 25 litri, dopo un po' di tentativi optò per riportare solo le prime 3 lettere della lunga frase: e li nacque il termine KTM.
Inizialmente il serbatoio era per tutti i modelli in legno massiccio, poi l'homo Pascalis intuì che facendolo di legno cavo, oltre a risparmiar fatica ci poteva mettere l'Aqua Sancta per le consegne da effettuare in occasione dei CPSR (CyberPaleoScuterRitrovi) per fare bisboccia con gli amici...
Tutto andò bene finchè gli scooter e le moto erano pesanti e con sella monoposto.
Ma...
La tecnologia aiutava e i mezzi diventavano sempre più leggeri. L'homo Samcinghialensis dopo essere rimasto varie volte sotto lo scuter e la moto, decise che "star sotto per star sotto", era meglio farlo con un mezzo leggero; inventò la motoleggera in balsa, la nomò KTMDuke (Ke Te Movi Dormiglione...e il resto erano bestemmie impronunciabili in dialetto celtico brianzolo) e iniziò a seminare tutti lungo gli impervi sentieri brianzoli.
I guai iniziarono quando le donne del klan, visto che le moto e gli scooter erano diventati leggeri pretesero di partecipare ai CPRS come zavorrine.
Mai termine fu più appropriato...
Fu un periodo durissimo... motociclisti e scuteristi sudati, ansimanti e pallidi che spingevano moto e scuter in balsa con sopra sedute zavorrine compiaciute e soddisfatte della loro riscossa femminista dopo millenni passati a masticare pelli.
Fu a quel punto che avvenne una scoperta epocale che fece meritare a Colui Che Non può Essere Nominato Il Titolo Di SOMMO...
Era un homo Carughiensis e disse queste semplici parole:
"Il serbatoio vuoto c'è... il pistone pure... le ruote anche...
basterebbe creare un cilindro attorno al pistone, inventare la candela e trovare un combustistibile... e sai quanta fatica in meno?"
Al suo richiamo tutti gli homini motociclantes dotati di zavorrine più o meno robuste e pure gli scapoli si diedero da fare...
l'homo Ogekurans creò la candela... all'inizio durava 6 o 7 accensioni ma la perfezionò presto...
l'homo Taccens creò delle sospensioni pluriregolabili...
l'homo Edilpolsiensis creò col caucciù delle gomme da montare sui cerchioni in legno da 17 pollici, per migliorare la tenuta dei nuovi mezzi sempre più veloci...
l'homo Gentlensis stese un trattato su roccia su "L'arte di non andar dritti ed evitare gli alberi e i menhir"...
La velocità creò i primi problemi... e i primitivi si ingegnarono come poterono...
L'homo fermonicus Forwardloopiensis inventò i freni...
Il primo freno consisteva nel legare la zavorrina con una corda alla sella dello scooter e per fermarsi il conducente la gettava per terra con l'ordine di aggrapparsi con le unghie al terreno soffice o in caso di panic stop ad alberi o massi... ma il sistema era molto dispendioso sia in termini di manicure che di zavorrine e allora si passò ad un sistema frenante che consisteva nell'addentare la ruota posteriore, vista la robusta dentatura di cui erano dotati i nostri avi... coloro che riuscivano ad addentare in perfetta sincronia anteriore (il conducente) e posteriore (la zavorrina) potevano fregiarsi dell'ambito titolo di Dual CBS...
I homomotociclisti gajens potevano sostituire l'addentata alla ruota posteriore con una stretta delle natiche sulla medesima...
Ma l'eccessiva velocità imponeva nuove forme di controllo della stessa...
Alcuni motociclisti, la specie homo Alfredmanicus, Nebiosus e Ailaikiensis si autonominarono "Velocitatis censores" e iniziarono a controllare che i loro amici non esagerassero...
Primi velox erano rudimentali ma parecchio efficaci... A occhio il velocitatis censor stimava la velocità del malcapitato di turno e poi gli lanciava col tirasassi una pietra o un boomerang dritto in fronte al fine di ridurre la velocità... per pigrizia preferivano il boomerang perchè se mancavano il bersaglio, questi tornava da se nelle loro mani...
In Val Camonica per difendersi dal micidiale tiro dell'Alfredmanicus iniziarono a diffondersi i caschi integrali... bellissimi quelli in marmo di Carrara con la scritta CABERGCPSNMHF: "Cazzone Alfredmanicus Beccati Er Rutto Godurioso Che Pure Stavolta Non M'Hai Fermato" ma siccome la scritta era troppo lunga, fino alla taglia XXL ci si limitava alla scritta CABERG che tanto l'Alfredmanicus capiva e si incazzava lo stesso come un uro...
Alcuni rami della specie si estinsero rapidamente... fu il caso dell'homo Condorensis... un buon diavolo e capace di adattarsi, ma troppo sensibile al vento laterale... bastava una leggera brezza laterale e per via della protuberanz.. ehm del naso finiva sempre per perdere la rotta e schiantarsi contro qualche ostacolo...
Altre specie faticavano... è il caso dell'homo Postalis... non si trovava nessuno che volesse farlo, neanche come avventizius trimestralus... del resto vorrei vedere voi con menhir di 15 quintali spediti per raccomandata da consegnare in giornata con scuter Libertys nel raggio di 50 miglia...
Alcuni homini iniziarono a viaggiare e più i viaggi diventavano lunghi e più si sentiva la necessità di studiare motori potenti e leggeri...
Su richiesta dell'homo Nightiensis il Carughiens progettò un motore diesel che sviluppava 0,5 cv al fantastico regime di 890 giri/minuto...
Ci furono alcune specializzazioni molto selettive... ad esempio l'homo Wvespians temprato e resistente ai freddi polari e l'homo Mickdohaniano, scuterista che si credeva motociclista da corsa... e via dicendo.
Ma l'evoluzione migliore fu indubbiamente quelle dell'homo Schiapputerians... rapido... veloce e dotato di stivali dalle suole in pietra... benchè privo di neurone...
PaleoSchiapp
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